Sviluppo impianti chip comporta enorme potenziale di abuso

12.02.2022 | www.kla.tv/21615

Sempre più catene commerciali, come IKEA, McDonalds o Migros, offrono oggi la possibilità di pagare senza contatto con carte di credito o smartphone. Questo viene propagandato dalle banche e dalle catene commerciali come un'opzione di pagamento semplice, sicura e veloce. Nel 2015, il consulente per il futuro Gerd Leonhard, si espresse sulla questione dei mezzi di pagamento senza contanti nel prossimo futuro, come segue: "Molti non pagheranno più con carta di credito, ma con il cellulare. Ma è già ora prevedibile che il dispositivo verrà avvicinato sempre più al corpo o addirittura inserito nel corpo". Un dispositivo di questo tipo, che può essere installato nel corpo, quindi un impianto, è ad esempio un microchip RFID. Ovvero un chip per l' "identificazione tramite onde elettromagnetiche" che funziona secondo lo stesso principio del pagamento senza contatto tramite carta di credito. Ma un tale chip, a seconda della programmazione, può avere anche altre funzioni: sbloccare porte o serrature, accedere ai computer, fare il log-in senza digitare la parola chiave, sbloccare il cellulare, ecc. In diversi luoghi esiste già la possibilità di pagare senza contanti. In Svezia, ad esempio, secondo quanto riportato dai media, giá all'inizio del 2015 più di 300 impiegati si erano volontariamente fatti impiantare un chip per l'identificazione presso porte e fotocopiatrici. Secondo un articolo pubblicato nel marzo 2017 sulla rivista svizzera Migros, uno studio globale ha rivelato "che al 70% degli adolescenti intervistati piacerebbe avere un tale impianto, se questo gli portasse più libertà digitale nella vita." Fin qui tutto bene, si potrebbe pensare, dato che un chip impiantato dovrebbe facilitare le funzioni quotidiane. Tuttavia, molti responsabili della protezione dei dati avvertono di un possibile uso improprio delle informazioni contenute nel microchip. Annelie Buntenbach, membro del consiglio di amministrazione della Federazione tedesca dei sindacati ed esperto di protezione dei dati, dichiara: „Riteniamo che tali pratiche siano altamente problematiche, contraddicono la tutela della privacy." Già ora, i modelli di comportamento potrebbero essere quasi completamente registrati dai chip sulle carte d'identità, carte di credito o telefoni cellulari e dati online, e le persone non avrebbero quasi nessuna influenza sull'utilizzo. "Ora portare i chip anche sotto pelle spingerebbe questa registrazione dati ben oltre ogni limite ragionevole" L’articolo della rivista Migros chiarisce che, esiste un enorme potenziale di abuso e che non si limiterà alle funzioni quotidiane, come la sostituzione delle chiavi di casa. Questo è solo l'inizio, dice il dottor Patrick Kramer in un'intervista con la rivista Migros. È il fondatore dell'azienda "Digiwell - Upgrading people", con sede ad Amburgo, specializzata nell'Upgrade che significa "attrazzamento ed equipaggiamento" delle persone. Lui stesso si definisce un cyborg, inteso come un ibrido tra un organismo vivente ed una macchina. Patrick Kramer sta già sperimentando la prossima generazione di impianti, in cui gli esseri umani vengono direttamente collegati a Internet: "Entro 20 anni avremo impianti cerebrali che si posano sulla corteccia cerebrale e che collegano il mio cervello, per così dire, direttamente ad internet (...) La capacità cerebrale, che oggi è biologicamente limitata, può così essere praticamente ampliata e dipende quindi dall’impianto che uso e, a seconda dei casi, ho un cervello cento o mille volte più potente." Kramer riassume così: "L'evoluzione è troppo lenta - gli diamo solo una mano". In effetti, negli ultimi anni ci sono stati parecchi tentativi di ricerca per telecomandare a distanza gli animali via radio. Gli scienziati cinesi, per esempio, hanno creato ratti cyborg che possono attraversare un labirinto più velocemente dei loro parenti naturali. Questi ratti hanno degli elettrodi nel cervello, che sono collegati via radio a un computer. Questo permette di ricevere segnali dal cervello, ma anche di immettere segnali nel cervello degli animali. Il neuroscienziato Prof. Jonathan Wallis con il suo team di ricerca riuscì a misurare i processi decisionali nelle scimmie. Egli suppone che sia quindi possibile anche influenzare le decisioni. Kramer ha anche ammesso apertamente che quasi nessuno potrà sottrarsi a questa tecnologia! Se tali impianti cerebrali diventeranno la norma, in molte parti del mondo del lavoro non si avrà alcuna possibilità di farne a meno. Andrà quindi ovviamente a finire che chiunque, per qualsiasi motivo, rifiutasse un impianto (cerebrale) controllato dall'esterno, verrebbe escluso dal mondo del lavoro. Tutto sembra svilupparsi verso le seguenti due possibilità: o l'essere umano si lascia integrare per così dire, come "schiavo moderno", in un sistema centralizzato, oppure viene praticamente escluso dalla società. Chiunque rifiutasse un impianto controllato dall'esterno, sarebbe minacciato nella sua esistenza.

di rg./dd.

Fonti/link: http://www.faz.net/aktuell/beruf-chance/arbeitswelt/rfid-chip-bueroangestellte-schweden-13438675.html
https://www.heise.de/tr/blog/artikel/Die-Cyborgs-kommen-3115841.html
https://www.migrosmagazin.ch/menschen/interview/artikel/die-evolution-ist-zu-langsam-wir-helfen-ein-bisschen-nach
https://www.zeitenschrift.com/news/rockefeller-bekannte-sich-zur-zielsetzung-der-elite#.WTr1fTP5yRt
http://www.neuepresse.de/Menschen/Mensch-Hannover/Ricardo-Ferrer-Rivero-der-Cyborg-von-Linden
https://www.youtube.com/watch?v=31DPtM3-pio
http://handmann.phantasus.de/g_diegedankensindfrei.html