Smascherate le moderne guerre di „democratizzazione“

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15.02.2016 | www.kla.tv/7721

Dalla seconda guerra mondiale ad oggi ci sono state e ci sono tutt’ora innumerevoli guerre e crimini di guerra. Di cui la maggior parte è stata iniziata e condotta dal governo statunitense e dalla NATO. Il pretesto per un intervento militare è stato sempre lo stesso: il popolo di un paese doveva esser liberato da un „brutale dittatore“ o da un „sistema di dominio non democratico“. Si doveva introdurre una presunta democrazia e libertà iniziata dal popolo e giovante beneficio – come simulato. Così sono state fomentate guerre e bombardati paesi in nome della democrazia e della libertà. Eppure c’è un semplice modo per constatare se anche solo una di queste guerre fatte col pretesto della democratizzazione sia giustificata: si confronti la situazione del paese, com’era prima e dopo la guerra. Se la guerra e la cosiddetta democratizzazione fosse realmente stata per il bene del popolo, allora le condizioni di vita nel paese avrebbero dovuto essere molto migliori che prima della guerra. In altre parole le condizioni di vita nel paese non possono essere peggiori DOPO la guerra, rispetto a come erano PRIMA sotto il presunto dittatore – altrimenti la guerra è da condannare come illegale. Ma giudicate voi stessi in base ai quattro esempi seguenti , i quali fanno le veci rappresentanti di tutte le altre cosiddette guerre di democratizzazione: 2011: intervento militare internazionale in Libia PRIMA – La Libia sotto Gheddafi: La Libia aveva il reddito pro capite più alto di tutto il continente africano. Una parte della vendita del petrolio veniva accreditata direttamente sui conti dei cittadini libici. Le tasse erano pressoché inesistenti; persino le imprese venivano tassate solo minimamente. Avere una casa valeva come diritto umano. Tutti i neosposati ricevevano un importo convertito di 45’000 € dallo stato libico. La corrente, i trattamenti medici e la formazione erano gratuiti. Prima di Gheddafi solo il 25% della popolazione sapeva leggere, dopo di lui erano l’83%. Negli anni ‘70 Gheddafi rese possibile l’emancipazione delle donne. Non era prescritto uno specifico abbigliamento ed ogni corso di studi di alto livello era aperto a tutte le donne se lo volevano. A seconda di cosa volevano diventare, c’erano dottoresse, avvocate, ministre, donne d’affari o anche normali domestiche. Gheddafi stava pianificando la fondazione di una banca e l’introduzione di una valuta coperta con l’oro per l’Africa. Con questa fondazione la Libia avrebbe condotto alla libertà l’intera Africa – alla libertà dalle élite finanziare e dagli imperialisti che controllano i paesi poveri e i loro possessi. Inoltre Gheddafi era a un passo dal completamento del più grande progetto di pipeline di acqua potabile attraverso il Sahara – il cosiddetto „Great-Man-Made-River-Project“ - per un migliore approvvigionamento idrico per popolazione e agricoltura. La Libia era un paese prospero e indipendente. In più Gheddafi aiutava nel controllare i flussi di profughi dai paesi africani. Per accoglierli applicava gli standard europei per limitare l’afflusso verso l’Europa. DOPO – dopo la brutale uccisione di Gheddafi: con il pretesto di dover proteggere il popolo libico dal cattivo Muammar al-Gheddafi, la Libia è stata bombardata per 7 mesi dalle forze armate della NATO sotto la guida statunitense. La guerra è costata la vita a circa 50’000 civili libici, almeno altrettanti sono rimasti feriti. La struttura economica dello stato è stata distrutta dai bombardamenti NATO. Come provano diversi video su YouTube, le infrastrutture della grande rete idrica sono state distrutte con i bombardamenti durante gli attacchi della NATO. Secondo la „Global Research“ – un centro per le ricerche globali con sede in Canada, la guerra della NATO contro la Libia avrebbe messo in pericolo il futuro del progetto dell’acqua potabile – e così anche il benessere del popolo libico. Le riserve monetarie libiche, pari a 150’000’000’000 $ ora sono congelate a livello mondiale e sicuramente perse per sempre. Il paese è stato ulteriormente scosso dai combattimenti di milizie rivalizzanti; gli attacchi al governo e l’assassinio di funzionari statali è all’ordine del giorno. Dal 2014 regna un’accanita guerra civile. Dopo Gheddafi la Libia è diventata un paradiso per bande di scafisti, i quali da lì portano liberamente i profughi in Europa. 1990/91: 1° guerra irachena (2° guerra del Golfo) PRIMA: Nel 1972 l’Iraq riuscì a prendere il controllo sulle sue riserve petrolifere, le quali erano prima state sfruttate da ditte internazionali. C’era un boom economico di cui anche il popolo ne aveva giovamento. Nel 1979 l’Iraq era in possesso di riserve monetarie per un valore di 35 miliardi di dollari statunitensi ed era sulla soglia per diventare un paese industrializzato. Saddam Hussein promuoveva attivamente l’ammodernamento di economia, industria, amministrazione, polizia, agricoltura, come anche la formazione del popolo. Prima del 1990 il tasso d’alfabetizzazione delle ragazze salì oltre il 90%. Grazie agli introiti dell’esportazione del petrolio era tra l’altro stato costituito un vasto sistema sanitario iracheno che fino all’inizio degli anni ‘90 valeva come il migliore del mondo arabo. L’Iraq era un paese in pieno sviluppo. DOPO: Dopo che Saddam Hussein lasciò occupare il Kuwait per via di un conflitto riguardo a dei campi di petrolio, l’esercito iracheno venne battuto da una coalizione guidata dagli USA. Per giustificare la guerra erano in precedenza state messe in circolazione dai mass media delle orrende notizie – in seguito rivelatesi false. Tra queste la cosiddetta „bugia dell’incubatrice“. Morirono almeno 120’000 soldati iracheni e fino a 55’000 civili. I danni a lungo termine causati dalle munizioni all’uranio impoverito sono stati devastanti. Dal 1991, per le conseguenze delle sanzioni economiche deliberate contro l’Iraq, sono morti 1,5 milioni di iracheni, di cui oltre 550’000 bambini con meno di 5 anni. Il fiume Tigri era diventato una cloaca aperta a causa della distruzione degli impianti di depurazione; dal 1990 – 2003 gli USA impedirono l’importazione di pompe e cloro per la depurazione dell’acqua; come conseguenza, tra il 1990 e il 1997 la mortalità dei lattanti crebbe dal 3,3 al 12,5%. 2003: 2° guerra irachena (3° guerra del Golfo) Il 20 marzo 2003 le truppe degli Stati Uniti e dei loro alleati entrarono in Iraq dicendo che Saddam Hussein sarebbe stato in possesso di armi di distruzione di massa e che avrebbe collaborato con al-Qaida. Entrambe le accuse sono state poi confutate dalla commissione dei servizi segreti del senato statunitense. Fino al 2006, secondo lo „studio Lancet“ indipendente, morirono 600’000 civili, i quali sono il 90% di tutte le vittime. Nel 2003, in un intervento di sole tre settimane, gli USA impiegarono tra 1000 e 2000 tonnellate di munizioni all’uranio. A Falludja, una città distante 70 km da Bagdad, la radioattività sarebbe svariate volte più intensa che dopo la bomba sganciata su Hiroshima. Da allora nasce una crescente quantità di bebè orrendamente deformati: senza teste, con 2 teste o con arti mancanti. Innumerevoli crimini di guerra orribili da parte delle truppe statunitensi sono note all’opinione pubblica e in parte sono state pubblicate da WikiLeaks. Dal ritiro delle ultime truppe statunitensi nel 2011, in Iraq regnano delle condizioni tipo guerra civile. Dal 2011: guerra in Siria PRIMA: La Banca Centrale Siriana è in possesso e sotto il controllo dello Stato ed è priva di debiti presso il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Bashar al-Assad, presidente siriano, introdusse la democrazia diversi anni prima della guerra. Ancora nel 2007 la Siria era un paese tanto ricco e in sviluppo, da poter accogliere 2 milioni di profughi iracheni. Il sistema sanitario era gratuito. Per protezione del popolo dai danni alla salute, la semenza manipolata geneticamente (OGM) non è ammessa. La Siria ha enormi giacimenti di petrolio e gas nel suo territorio e sta costruendo un oleodotto assieme all’Iran, senza la partecipazione dei giganti petroliferi occidentali. La popolazione siriana è molto ben informata circa il NUOVO ORDINE MONDIALE. Nei media e nelle università si discute dell’influsso delle élite del potere globale. La Siria protegge la sua identità politica, culturale e nazionale. DOPO: Da marzo 2011, durante la Primavera araba, si giunse ad un conflitto tra il governo di Bashar al-Assad e svariati cosiddetti „gruppi dell’opposizione“. Poco dopo entrarono nel paese dei gruppi armati fino ai denti intervenendo nella guerra civile contro Assad. Secondo le nuove cifre delle Nazioni Unite finora sono stati uccisi più di 250’000 uomini – senza le cifre ignote. Un terzo di questi sarebbero civili. Finora sono oltre 3,8 milioni di siriani ad esser fuggiti all’estero, di cui più della metà sono bambini. Attualmente la maggior quantità di profughi che giungono in Europa vengono dalla Siria. Ogni fonte di guadagno è stata impedita con le sanzioni economiche occidentali. Le esportazioni di carburante, petrolio e tecnica sono state vietate. I beni da importazione come il grano scarseggiano e così manca il pane. Gli alimentari costano il doppio che prima della guerra. Secondo Joshua Landis, professore all’università di Oklahoma, questa sarebbe tra l’altro la strategia degli USA per indebolire i siriani e costringerli alla capitolazione. Affermando che la Siria avrebbe impiegato delle armi chimiche, gli USA e gli stati NATO tentarono di entrare in guerra. Ciononostante non si è mai riusciti a provare l’utilizzo di armi chimiche da parte di Assad. Anzi, al contrario, lui le ha fatte eliminare. Dal 2014: guerra in Ucraina PRIMA: Prima della guerra l’Ucraina, come paese neutrale nel conflitto tra oriente e occidente, era un ponte tra Russia e Unione Europea. Non era in piano di diventare membro della NATO. Con l’accordo di Charkov in aprile 2010, il quale permetteva almeno fino al 2042 lo stazionamento della flotta russa del Mar Nero nella Crimea, l’Ucraina riceveva il gas naturale russo a prezzi ribassati. Zbigniew Brzezinski, ex consigliere della sicurezza di Jimmi Carter, descrive l’Ucraina come il paese centrale dell’isola del mondo – cioè l’Eurasia. Chi domina l’Ucraina, domina l’isola del mondo e così anche il mondo intero. DOPO: Dopo la destituzione anti-costituzionale del presidente Viktor Yanukovic il 22 febbraio 2014 a Kiev, il nuovo governo inviò nuove truppe contro i territori orientali di Donezk e Lugansk. Questi non avevano riconosciuto il cambio di potere e avevano proclamato delle „repubbliche popolari“ indipendenti. Victoria Nuland, rappresentante del ministro degli esteri statunitense, in una chiamata intercettata, affermo involontariamente che gli USA hanno investito 5 miliardi di dollari per per portare al potere un nuovo governo in Ucraina, sotto il governo statunitense. Da allora sono stati uccisi 6000 uomini – senza cifre ignote; 15’000 feriti, quasi 3 milioni di uomini sono fuggiti dalla loro patria. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) più di 150’000 hanno trovato protezione in Russia. Nell’Ucraina orientale si spara tutti i giorni, le case vengono bombardate, l’infrastruttura tecnica ne compatisce fortemente: in molte città l’acqua e la corrente ci sono solo a tratti di ore, in altre neanche questo. In Ucraina lo standard di vita è drasticamente peggiorato da quando è stato destituito Yanukovic: quasi l’80% della popolazione ucraina vive sulla soglia della povertà. Prima della destituzione di Yanukovic la pensione minima, convertita in Euro, era di 120 al mese, ora solo 40. Il salario minimo era di 90 €, ora 50. Lo stipendio medio oggi è attorno ai 120 € mensili. Il tasso d’inflazione dal 2010 al 2013 era a 3.5% - nel 2015 è già al 40%. Il rincaro degli ultimi 2 anni è del 30% sui mezzi di trasporto e del 200% sui carburanti. Gli alimenti sono anche diventati molto più cari, quelli di base come pane, tritello, carne e latte sono aumentati del 40%. I prezzi di gas e elettricità sono saliti del 110%; un ulteriore incremento dei prezzi è previsto a ritmo semestrale. Delle imprese estere espandono il loro influsso nel settore agrario, tra l’altro anche delle imprese bio-technologiche come Monsanto, Cargill e DuPont. Secondo dei membri del parlamento ucraino il governo di Kiev è sotto il controllo totale del governo statunitense. Ora l’Occidente secondo il disegno di legge 2953 di maggio 2015, dovrebbe poter stazionare armi nucleari in Ucraina. Il governo statunitense è pronto a rischiare una guerra in Europa per reggere in piedi la loro presenza militare e il predominio. Secondo questi fatti – PRIMA / DOPO – si può trarre una conclusione: le guerre sono pressoché ingiustificabili – e tantomeno con il pretesto della democrazia e della libertà. Tutte queste guerre e le altre – come le guerre in Yugoslavia, Afghanistan dal 2001, la guerra civile somala o l’intervento militare nello Yemen nel 2015 – sono state possibili solo grazie alla diffusione intenzionale di menzogne diffamanti il paese bersaglio. Anche altre cosiddette democratizzazioni e cambi di regime in paesi come l’ex-Yugoslavia, la Slovacchia, la Georgia, o nei paesi della Primavera araba, come anche tutte le future – vanno contemplate sotto questo aspetto. Quindi se politici e mass media dovessero giustificare di nuovo una guerra o un intervento militare in nome della democrazia, la domanda è: se con questa argomentazione il popolo rizzerà le orecchie oppure presterà di nuovo fede all'eventuale propaganda menzognera e bellica? Aiutate anche voi tramite la delucidazione a tappeto, affinché impariamo tutti a smascherare per tempo menzogne e propaganda e a dire all’unanimità: „Mai più guerra! – Noi non ci stiamo!“

di dd./ef.

Fonti/link: Libia: - http://die-wahrheit-ueber-muammar-al-gaddafi.blogspot.de/2013/02/gaddafis-libyen-war-afrikas-reichste.html
- https://gegen-kapital-und-nation.org/muammar-al-gaddafi-%E2%80%93-von-wegen-verr%C3%BCckt
- http://www.luftpost-kl.de/luftpost-archiv/LP_11/LP20111_051111.pdf
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- https://de.wikipedia.org/wiki/Krieg_in_Libyen_seit_2014
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- http://www.politaia.org/politik/europa/willy-wimmer-zu-waffenlieferungen-der-usa-in-die-ukraine/
- http://www.gegenfrage.com/ukrainische-regierung-zu-100-unter-us-kontrolle/
- testimonianza